venerdì 28 agosto 2009

DISCARICA A CIELO APERTO



Questo blog nasce con l'intento di denunciare lo stato di sporcizia delle strade di Roma, in particolare quelle del centro storico, dove vige la barbara usanza di gettare i sacchi della monnezza direttamente in strada, tra i turisti e i romani che passeggiano. Una situazione incredibile per una capitale europea, eppure a Roma questo accade, tutti i giorni, tutte le sere. Neanche a farlo apposta, proprio stamattina Repubblica sforna un articolo in Cronaca Roma che denuncia questo fatto. Un commerciante del centro si giustifica affermando che in centro non ci sono cassonetti, che l'AMA passa a raccogliere i sacchi solo in tarda serata e che i ristoranti sono troppo piccoli per accogliere la monnezza all'interno. Come dire, piuttosto che togliere un tavolino e costruire uno stanzino per i rifiuti, riduciamo Roma a una discarica a cielo aperto. Ma il problema non finisce qui. Abbiamo la testimonianza di un operatore dell'AMA che, conversando con noi, ci ha detto esplicitamente che molti sacchi non vengono neanche raccolti e restano lì fino al mattino successivo, semplicemente perchè le camionette dell'AMA sono poco capienti e si riempiono prima di finire il "giro di raccolta". Tutti sanno, nessuno interviene. Meditate gente, meditate.

giovedì 27 agosto 2009

QUANTO SEI SPORCA ROMA



Quanto sei sporca Roma, quann'è sera, ma pure quann'è giorno, mattina, pomeriggio, d'estate e d'inverno. Quanto sei zozza Roma, quand'è ora de chiude er locale e i commercianti e i ristoranti piano la monnezza e la buttano pe strada. Quanto sei lercia Roma quann'è mattina, e l'AMA de notte nun è passata, oppure è passata ma non ha pulito un cazzo. Quanto fai schifo Roma quann'è notte fonda, e er writer co la bomboletta firma autografi che nessuno j'ha chiesto sui tuoi nobili muri. Quanto fai pena Roma, quando pio la metro e me moro de caldo, e se chiudo l'occhi me pare de sta ar pisciatoio dell'Autogrill de Roncobilaccio. Quanto fai pena Roma a tutte l'ore, quanno i romani se divertono a distruggete, e fanno finta de non vedè l'immondezzajo che hanno creato, e anzi forse je sta pure bene, che er romano, se sa, dev'esse zozzo sinnò nun è contento. Quanto me fai pena Roma, perchè in silenzio assisti ar tuo degrado senza potè fà niente, te che sei abitata da un popolo de burini, che se la piano co li zingheri e li rumeni ma poi se comportano peggio de loro, che armeno noi romani una casa ce l'avemo e nun semo manco boni a tenella pulita. Quanto te sei ridotta male, Roma, te che eri 'na città così bella, la più bella der monno, l'Urbe, la Caput Mundi, la capitale dell'arte, della civiltà, della Dolce Vita. Ora non più. Quanto sei sporca Roma. E' ora de fatte 'na doccia.