giovedì 26 novembre 2009

PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO



Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.
Non getterò mai più la monnezza in terra a Piazza del Campidoglio.

martedì 20 ottobre 2009

FRONTONI: C'HAI ROTTO LI COJONI



Un tempo facevi la pizza più bona de Roma, paragonabile a quella del glorioso Forno Roscioli. La magnavamo pe strada, mentre passeggiavamo pe Viale Trastevere e ce compravamo le scarpe e le cianfrusaglie ar mercato davanti. Oggi però le cose sò cambiate parecchio. La pizza non è più bona come quella de 'na vorta, e passeggià da quei pizzi è diventata un'impresa ardua. Questo bel montarozzo de monnezza ce lo hai gettato praticamente sui piedi. Te e er fruttarolo bastardo. 'Tacci vostri. Con estrema nonchalance, come se tutto quello che sta de fori contasse meno de 'na piotta bucata. Una domanda ai lettori: ma siete sicuri che questi qui c'hanno er permesso de trasformà Roma in una immensa discarica a cielo aperto? Una domanda a Frontoni: ma voi er permesso de devastà Roma ce lo avete? Chi ve l'ha dato? Io sui sacchetti non vedo scritto il logo dell'AMA. Lo fate pe dà da magnà ai sorci? Ve ne entrasse uno dentro al locale, saremmo tutti felici e contenti. Davvero nun je la fate a favve 200 metri e andà a gettà i sacchetti nel secchione dell'immondizia? Madonna santa che sforzo sovrumano. Ve posso capì. Meglio devastà Roma riducendola a una sorta di favelas brasileira. Tanto ai commercianti come voi je frega solo de li sordi. Un consiglio da vecchi estimatori del luogo: la prossima volta evitate de gettacce la merda vostra sui piedi mentre passeggiamo. E assumete un nuovo pizzettaro.

domenica 4 ottobre 2009

IL CENTRO DI ROMA? UNA DISCARICA



Breve estratto da un articolo di Repubblica (la foto invece è mia): Tante promesse, pochi fatti. A tracciare il bilancio del primo anno di amministrazione Alemanno è stata l'associazione Tridente, che riunisce abitanti e commercianti del Centro storico e che ha voluto scrivere una lettere aperta al primo cittadino per denunciare la mancanza di interventi concreti per il decoro e la vivibilità del centro. "In un anno nell'area più frequentata della città niente è cambiato - dice il presidente dell'associazione Tridente - il I municipio ha pochi strumenti e pochi fondi per intervenire e il Campidoglio, dopo le innumerevoli promesse elettorali, sembra non curarsi né dell'aspetto né dei problemi del centro storico". Nella lettera l'associazione Tridente elenca, uno per uno, i problemi irrisolti dell'area compresa tra via di Ripetta, piazza di Spagna, via del Babbuino e piazza del Popolo. "La sporcizia di queste strade è sotto gli occhi di tutti - si legge nella lettera - la raccolta differenziata dell'Ama è partita solo sulla carta e molte zone, come via Soderini, sono diventate discariche a cielo aperto". Una domanda: ma con quale faccia tosta i commercianti del centro storico si lamentano del degrado e della sporcizia quando sono i primi a 1) gettare la monnezza in strada ad ogni ora, 2) non pulire le proprie saracinesche, 3) praticare il volantinaggio selvaggio?

venerdì 11 settembre 2009

UN RICORDINO DA ROMA


Come non apprezzare certi bei quadretti, certi scorci caratteristici, certi spettacolini che Roma e i romani offrono ogni giorno ai turisti dell'Universo Civile come gentile omaggio della casa. Una bella foto ricordo con "spettacolino" annesso, un simpatico ricordino dalla città incivile che siamo. Da apprezzare ed ammirare in quanto simbolo della romanità verace. Il romano prima di tutto è zozzo, ed è bene che si sappia in giro. E allora immergiamoci nella romanità più autentica. Sediamoci sui muraglioni, tra clacson, smog e auto che sfrecciano a 10 metri dal nostro naso, alla ricerca di un parcheggio. Osserviamo la maestosità di Ponte Sisto, il bellissimo ponte rinascimentale che ancora 10 anni fa, alle soglie del 2000, era imbracato con una "gabbia di metallo arrugginita" e che è stato da poco restituito ai romani. Poco sopra la balaustra del Ponte si vede la Cupola di San Pietro, il "Cupppolone", come lo chiamano i romani, quasi a voler sottolineare, compiaciuti, la popria innata rozzezza. Sotto la balaustra, una discarica di monnezza, cartone, cartacce, fogli, fratte, sterpaglie. Un'esperienza romana a trecentosessanta gradi. La cultura, l'arte, la bellezza che fu. L'inciviltà che è, oggi, propria dei romani. Il popolo più incivile d'Europa, che ancora si sente a capo dell'Impero. Campioni del Mondo.

venerdì 28 agosto 2009

DISCARICA A CIELO APERTO



Questo blog nasce con l'intento di denunciare lo stato di sporcizia delle strade di Roma, in particolare quelle del centro storico, dove vige la barbara usanza di gettare i sacchi della monnezza direttamente in strada, tra i turisti e i romani che passeggiano. Una situazione incredibile per una capitale europea, eppure a Roma questo accade, tutti i giorni, tutte le sere. Neanche a farlo apposta, proprio stamattina Repubblica sforna un articolo in Cronaca Roma che denuncia questo fatto. Un commerciante del centro si giustifica affermando che in centro non ci sono cassonetti, che l'AMA passa a raccogliere i sacchi solo in tarda serata e che i ristoranti sono troppo piccoli per accogliere la monnezza all'interno. Come dire, piuttosto che togliere un tavolino e costruire uno stanzino per i rifiuti, riduciamo Roma a una discarica a cielo aperto. Ma il problema non finisce qui. Abbiamo la testimonianza di un operatore dell'AMA che, conversando con noi, ci ha detto esplicitamente che molti sacchi non vengono neanche raccolti e restano lì fino al mattino successivo, semplicemente perchè le camionette dell'AMA sono poco capienti e si riempiono prima di finire il "giro di raccolta". Tutti sanno, nessuno interviene. Meditate gente, meditate.

giovedì 27 agosto 2009

QUANTO SEI SPORCA ROMA



Quanto sei sporca Roma, quann'è sera, ma pure quann'è giorno, mattina, pomeriggio, d'estate e d'inverno. Quanto sei zozza Roma, quand'è ora de chiude er locale e i commercianti e i ristoranti piano la monnezza e la buttano pe strada. Quanto sei lercia Roma quann'è mattina, e l'AMA de notte nun è passata, oppure è passata ma non ha pulito un cazzo. Quanto fai schifo Roma quann'è notte fonda, e er writer co la bomboletta firma autografi che nessuno j'ha chiesto sui tuoi nobili muri. Quanto fai pena Roma, quando pio la metro e me moro de caldo, e se chiudo l'occhi me pare de sta ar pisciatoio dell'Autogrill de Roncobilaccio. Quanto fai pena Roma a tutte l'ore, quanno i romani se divertono a distruggete, e fanno finta de non vedè l'immondezzajo che hanno creato, e anzi forse je sta pure bene, che er romano, se sa, dev'esse zozzo sinnò nun è contento. Quanto me fai pena Roma, perchè in silenzio assisti ar tuo degrado senza potè fà niente, te che sei abitata da un popolo de burini, che se la piano co li zingheri e li rumeni ma poi se comportano peggio de loro, che armeno noi romani una casa ce l'avemo e nun semo manco boni a tenella pulita. Quanto te sei ridotta male, Roma, te che eri 'na città così bella, la più bella der monno, l'Urbe, la Caput Mundi, la capitale dell'arte, della civiltà, della Dolce Vita. Ora non più. Quanto sei sporca Roma. E' ora de fatte 'na doccia.